Soluzioni per la Climatizzazione

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La tecnologia inverter

Che cos’è un’inverter? Si tratta di un dispositivo elettronico che converte corrente continua in corrente alternata eventualmente a tensione diversa o una corrente alternata in un’altra di frequenza differente.
Questa tecnologia può essere applicata in diversi sistemi, come, ad esempio, ventilatori, motori di centrali trattamento aria e motori di elettropompe, e in vari settori, civile, industriale e terziario.
Perfetta applicata in situazioni dove è necessario modulare la velocità, la portata e con essa gli scambi di calore tra i fluidi frigorigeni, acqua e aria, la tecnologia inverter abbisogna di particolari attenzioni nella regolazione elettronica e nella messa in funzione dell’impianto.
Tra le sue varie applicazioni c’è la modulazione della velocità di rotazione del motore elettrico per variare la potenza di raffrescamento in un climatizzatore, ad esempio un climatizzatore split, dove la tecnologia inverter consente di garantire al climatizzatore condizioni di lavoro ideali, facendolo funzionare a potenza e velocità variabile, senza arresti e sbalzi di temperatura, con un consumo di energia contenuto.

I sistemi ad espansione diretta

Anche i sistemi ad espansione diretta possono fruire della tecnologia inverter.
In genere di piccole o medie dimensioni, i sistemi ad espansione diretta sono grandemente utilizzati in impianti di climatizzazione. Nei sistemi ad espansione diretta, composti da una unità esterna e una o più unità interne, lo scambio termico avviene direttamente tra il fluido frigorigeno che passa nei tubi del macchinario e l’aria esterna e interna del locale. L’impianto è dotato di sistemi di umidificazione e deumidificazione per controllare nel corso dell’intero anno, indipendentemente dalle stagioni, il valore della temperatura e dell’umidità dell’ambiente.

Il sistema idronico

Nessuna perplessità d’ora in poi, grazie alle spiegazioni dello Specialista del Risparmio Energetico Domotecnica, se sentite parlare di sistema idronico!
Si chiama idronico, infatti, un sistema in cui viene prodotto sia caldo sia freddo utilizzando sempre acqua come fluido termovettore. In poche parole il sistema idronico usa l’acqua per trasportare l’energia termica. Un’operazione che viene effettuata per riscaldare e raffrescare l’ambiente e che lo Specialista del Risparmio Energetico Domotecnica, supportato da una rete di partner fornitori leader nel loro settore, propone con vantaggi notevoli in termini di risparmio energetico.
L’applicazione della tecnologia idronica per raffrescamento comporta l’uso di tubazioni più grandi, perché c’è bisogno di un quantitativo maggiore di acqua per raffreddare gli ambienti interni, e di isolanti più spessi per evitare formazioni di condense. In genere vengono installati dei ventilconvettori, chiamati anche fan coil, unità interne composte da una batteria alimentata con acqua ed un ventilatore, a velocità regolabile, e munite di una rete di scarico condense. Oppure si usano come raffrescanti le stesse superfici radianti usate per il riscaldamento, provvedendo ad integrare l’impianto con un sistema di deumidificazione.
Ma perché questa tecnologia attribuisce all’acqua un ruolo così importante? “Innanzitutto perché l’acqua è un fluido ecologico, non tossico, conosciuto e usato dall’uomo da secoli – spiega lo Specialista del Risparmio Energetico – L’acqua consente di utilizzare lo stesso impianto di emissione. E utilizzando il medesimo circuito, il sistema idronico pone quindi meno vincoli d’impianto”.
Ecco alcuni esempi che ci consentono di comprendere appieno il funzionamento del sistema idronico. In alcuni degli impianti esistenti muniti di caldaia, possiamo inserire un raffrescatore chiamato chiller ed utilizzare il medesimo impianto anche per raffrescare. Anche una pompa di calore aria-acqua, apparecchiatura elettrica che interscambia il calore fra l’aria esterna e l’acqua del circuito, può venire utilizzata come cuore del sistema idronico.

Le pompe di calore

L’aria, oltre ad essere trattata, può essere riscaldata o raffreddata. Come? Utilizzando una pompa di calore alimentata ad energia elettrica sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento. La pompa di calore viene usualmente scelta perché occupa poco spazio, è un macchinario unico per climatizzare l’aria sia in estate che in inverno ed il suo impiego può essere ottimizzato prevedendo anche il ricambio dell’aria.
Tecnologia ad alto rendimento, la pompa di calore consente di conseguire significativi risparmi energetici. Costituita da un circuito chiuso, percorso da un particolare fluido frigorigeno, trasferisce calore da un ambiente a temperatura più bassa a un altro a temperatura più alta, operando con lo stesso principio del frigorifero e del condizionatore d’aria.
In estate, le principali sorgenti fredde a cui attinge la pompa di calore per raffrescare gli ambienti interni sono l’aria esterna al locale dove è installata la pompa di calore, come anche l’acqua di falda, di fiume e di lago oppure la terra.
Viene chiamato invece pozzo caldo, l’aria o l’acqua da riscaldare l’inverno. Il calore può essere ceduto all’ambiente interno, o direttamente, immettendo aria calda, oppure attraverso ventilconvettori, terminali in cui l’aria viene fatta circolare attraverso corpi scaldanti e canalizzazioni, in cui viene convogliata l’acqua calda prodotta dalla pompa di calore. Altrimenti il trasferimento diretto del calore agli ambienti interni può avvenire anche tramite serpentine posizionate nel pavimento, dove circola l’acqua calda.
L’efficienza di una pompa di calore è misurata dal C.O.P., coefficiente di prestazione corrispondente al rapporto tra energia utile fornita, ossia il calore ceduto al mezzo da riscaldare, e l’energia elettrica consumata.

La ventilazione meccanica controllata

Una buona qualità dell’ambiente abitativo, la giusta umidità e temperatura interna, sono condizioni indispensabili per vivere bene. Per conseguire questo risultato un consiglio vecchio come il mondo è quello di arieggiare bene gli ambienti. Un’operazione che al giorno d’oggi, nei grossi agglomerati urbani dove sostanze inquinanti come i composti di zolfo e le polveri sottili albergano indisturbate in quantitativi eccessivi nelle nostre atmosfere, può risultare controproducente.
A questo punto entra in gioco la ventilazione meccanica controllata, uno specifico sistema integrato di ricambio dell’aria. Attraverso appositi ventilatori, la ventilazione meccanica controllata (VMC) crea un ricambio di aria forzato. L’aria calda viene eliminata dalle zone viziate, come il bagno e la cucina, mentre l’aria fresca viene prelevata da fuori e reimmessa in soggiorno e nelle camere da letto, per garantire nei locali un’aria più pulita.
Questo meccanismo consente di arieggiare in automatico 24 ore su 24 l’ambiente e di migliorare la purezza dell’aria grazie ad un apposito filtro.

Il trattamento aria

Trattare l’aria si può. Come? Con le unità di trattamento aria, una macchina utilizzata in principio nei grossi impianti di climatizzazione e che si sta diffondendo sempre più nel target residenziale. Questi macchinari prelevano l’aria dall’esterno, come si verifica nella ventilazione meccanica controllata, ma prima di reimmetterla nei locali la trattano a seconda delle richieste climatiche, di temperatura, umidità, velocità e purezza, dell’ambiente interno.
Munita di ventilatore, la UTA, come viene definita in gergo tecnico l’unità di trattamento aria, è dotata anche di un recuperatore, che effettua il recupero del calore, sensibile o latente, per risparmiare energia. In questo caso al ventilatore di mandata si aggiunge un ventilatore di ripresa dell’aria trattata. Altri componenti della UTA sono una batteria di scambio termico, una sezione umidificante, un filtro ad alta efficienza e un silenziatore.
Questi macchinari vengono installati in genere in ambienti esterni. Nel caso in cui vengano posizionati all’interno, sono corredati da un canale di aspirazione che attinge all’esterno.